Il Nostro Archetipo Persefone


Siamo stati illusi da un sogno effimero, borghese, di bei vestiti per serate, feste o per avere qualcosa in più. Le ricerche di mercato ci hanno imposto strategie e fatturati, spesso senza seguire un senso che riguardi i nostri valori e credo nella vita! Ci hanno sempre insegnato a essere VINCENTI, onnipotenti. Bendati e agguerriti siamo andati avanti come se non ci fosse un domani! E oggi la caduta, il fallimento di un sistema! I nostri sforzi prefissati oggi risultano inutili! Forse solo ora da questa esperienza integrata possiamo comprendere meglio come dare un senso alle azioni che ogni giorno compiamo! Interroghiamo questa esperienza e alla domanda: “Che cosa è una tendenza di moda?” Oggi possiamo sentire la risposta risuonare dentro di noi: “E’ l’espressione di ciò che sentiamo e di ciò che viviamo, la vera Arte la vera moda è mettere l’abito alla nostra coscienza! “ Papaveri oggi desidera dar vita alle proprie emozioni, attraverso una metafora, la storia di Persefone, considerando che la vita è un gioco creativo, che può essere anche brutto o doloroso, ma è pur sempre un gioco e quindi non c'è motivo per non vivere con gioia. Celebriamo la bellezza della vita dando spazio ad emozioni e creatività. Lasciatevi andare a questa storia raccontata, sarà come costruire un abito, ma questa volta partendo dalla personalità. Il nostro invito è credere nell’essere umano, altrimenti non crediamo in nulla, questo è un cambiamento di rotta, che implica una rinascita!

Atto 01. Il Rapimento di Persefone.
Figlia di Zeus e Demetra, Persefone era una tenera fanciulla, solita a giocare nei campi verdi di Sicilia insieme alle sue amiche. Ogni giorno che passava la giovane Dea diventava sempre più bella, tanto da attirare le attenzioni di molte divinità. Un giorno, mentre giocava nei pressi di un bellissimo specchio d’acqua, la terrà iniziò a tremare, si squarciò in due ed apparve Ade, il Dio degli inferi. Perdutamente attratto da Persefone, Ade la rapì e la condusse con lui nel regno dei morti.
La madre Demetra, preoccupata per la scomparsa della figlia, vagò per nove giorni alla ricerca di Persefone, fino a quando chiese ad Elios, Dio del sole che tutto vede, dove potesse trovarsi la sua amata figlia. Piena di odio, Demetra lasciò l’Olimpo, provocando sulla terra un periodo di grande carestia e siccità. Zeus allora, per placare la sua ira, decise di recarsi da Ade, per far tornare nel mondo dei vivi Persefone. Il Dio dell’aldilà rifiutò nettamente poiché la giovane dea aveva mangiato un chicco di melograno, simbolo di unione eterna.

Atto 02. Persefone nel Regno degli Inferi.
Persefone appena entra nel regno degli Inferi ha bisogno di fermarsi, di riposare e di riconnettersi con sé stessa e si addormenta, lasciando che fossero le formiche interiori a riordinare i suoi pensieri e la aiutassero a capire cosa fare. Da li la sua percezione le indica come muoversi e come agire. Persefone raccoglie il Vello d’oro, manto dorato di un ariete capace di volare che ha il potere di curare ogni ferita, così Persefone si prende cura dei nuovi defunti. Raggiunta la calma e connessa con la sua anima, immaginava di entrare nel corpo di un’aquila e volare in alto per acquistare una certa visione generale di quello che la circondava. Persefone aveva una capacità interiore sviluppata, la connessione con la sua anima (Il Sè). Molti di noi sono all’oscuro circa la natura della propria anima o della chiamata che ricevono da lei. La capacità di visitare la nostra anima non è qualcosa di esoterico che va oltre le esperienze normali, è comunque sognare, meditare o chiedere che cosa fare alla voce interiore oggi ancora debole!

Atto 03. Persefone mangia una melagrana.
Persefone nel regno degli inferi si sente lacerata tra due desideri, il primo una forte spinta a riunirsi alla madre e alla bellezza della vita nel Mondo di sopra, ma poi prova un’urgenza altrettanto intensa a rimanere con Ade e a non abbandonare il suo impegno nell’iniziazione dei nuovi defunti, al Mondo Infero. Sceglie allora di mangiare la melagrana simbolo tradizionale della dolcezza della vita. Attua la sua trasformazione passando da un processo di incubazione, una forma intensa di concentrazione e di raccoglimento che richiede in lei tranquillità e silenzio sia esteriore che interiore. Si lascia morire ma ciò che noi chiamiamo morte non è che la dolorosa metamorfosi. La nostra incarnazione presente è progressiva, preparatoria, temporanea. L’incarnazione futura è perfezionata, ultima, immortale. La vita ultima è lo scopo supremo.

Atto 04. Persefone Divisa tra due Mondi.
Dopo il rapporto sessuale con Ade sembrava che per mesi non accadesse nulla, fino a quando l’addome della giovane cominciava a gonfiarsi e alla fine riceveva in dono un figlio, analogamente un seme piantato nella terra dopo un lungo periodo di attesa si vedeva spuntare il germoglio. Persefone è il seme che scende sotto la terra poi riemerge in primavera, in tal modo lei rassicura i mortali che la morte non è la fine neanche per loro, cosa forse più importante, che le stagioni e gli schemi della loro vita, sono parte di una totalità più ampia dove tutto è connesso e coerente. La storia di Persefone genera l’idea filosofica che noi siamo un microcosmo della totalità che rispecchia processi più ampi, in una maniera che può farci sentire a casa nell’universo, sulla terra e dovunque andiamo.

Atto 05. Persefone e Dionisio.
Persefone sceglie dunque di rimanere incinta di Ade dando alla luce Dionisio, simbolo di Gioia. Alla nascita venne nascosto in un setaccio per contenere il grano e l’uva, simbolo di connessione con i cicli dell’agricoltura, allevato in segreto e spesso vestito da bambina, per timore che i Titani al servizio di Era lo uccidessero. Nonostante queste forze lo smembrarono più volte, Dionisio resuscitava, aveva in se la conoscenza del passaggio dal mondo sotto al mondo sopra, appreso dalla madre Persefone. Per proteggere la nostra gioia e la nostra vitalità bisogna vivere una vita incarnata. Vivere il corpo ci aiuta a tornare con i piedi per terra e a riconoscere che cosa è ragionevole, reale e sano per noi e che cosa non lo è! Egli è anche il Dio del Caos che aiuta a danzare sulla musica della vita per tanto dissonante essa possa sembrare, e a sentirsi a casa in un mondo che non possiamo controllare perché è più grande di noi.

Atto 06. Dionisio.
Il ruolo di Dionisio è in parte di spezzare schemi morenti, cosi oggi questo archetipo è impegnato a rompere tutti i vecchi schemi burocratici gerarchici che non funzionano più! Dionisio agisce secondo la moderna teoria del caos, è il prototipo del bambino che rompe le cose per sbarazzarsi di tutto ciò che è limitante e oppressivo nei vecchi modi e così aprire la strada a nuove realtà. Persefone ci ha aiutato a credere nell’Eros come forza universale in noi e oltre noi, Dionisio ci aiuta a trovare la gioia attraverso il coinvolgimento giocoso con il caos come forza più ampia nell’universo e nel quotidiano della nostra vita.

Atto 07. Papaveri Showroom.
Le storie sembrano essere semplicemente un intrattenimento ma in se hanno un grande potere trasformativo, sono contenitori potenti di valori e di intuizioni e, in questo modo hanno la funzione del Graal (tesoro) che l’eroina trova e che le permette di trasformare il suo mondo.
In Papaveri noi collaboratori ci illuminiamo quando raccontiamo le nostre storie vissute all’interno dello Showroom Papaveri, perché ogni storia è autentica e in se ha un significato intrinseco che ci aiuta a dare valore al nostro lavoro e ci restituisce l’energia vitale impegnata. Papaveri vi aspetta prossimamente per l’inizio di un nuovo viaggio. Insieme metteremo in campo la nostra forza vitale e trasformativa per rendere il mondo un posto migliore!

Un ringraziamento speciale all'artista Francesca Lovato, che con la sua arte ha rappresentato al meglio la nostra Persefone.
Testi e fonti, “Persefone. Risvegliare l'eroina interiore”. Di Pearson Carol S. Astrolabio Ubaldini Editore.